
Arriva l’estate e tuo figlio non vuole entrare in acqua. Ogni volta che cerchi di avvicinarlo al mare o alla piscina piange e si rifiuta di entrare dentro.
Scatta un allarme: “Mio figlio ha paura dell’acqua!?” Ecco come aiutarlo!
In questo articolo Alessandra, ci racconta cos’è questa paura e come puoi aiutare tuo figlio a entrare in acqua.
La motivazione di molti genitori a iscrivere il proprio figlio a lezione di nuoto è: superare la paura all’acqua.
Dopo anni di esperienza Alessandra (la nostra responsabile della scuola nuoto), si è accorta che la loro non è sempre una vera paura.
Cos’è la paura?
La paura è una emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo sia reale, evocata da un ricordo o semplicemente, creata dalla fantasia. Con questa il nostro corpo si mette in una situazione di alert e ci aiuta ad affrontarla.
Possiamo dire che è una emozione positiva perché il nostro corpo ci avverte del pericolo facendo così che possiamo difenderci.
Ma quando parliamo di bambini in acqua… si tratta di paura veramente?
Non sempre è una vera paura
La paura dell’acqua patologica, o idrofobia, spesso nasce da bambini, dopo un trauma. Quindi, se tuo figlio non ha sofferto un vero trauma in acqua, non possiamo parlare di una vera paura o idrofobia.
Allora… Cosa spaventa il bambino in acqua?
Il bambino e le emozioni
Il cervello dei bambini è diviso in due emisferi, il destro (emotivo) ed il sinistro (cognitivo), ognuno con delle funzioni specializzate. Anche se entrambi gli emisferi ricevono le stesse informazioni, tuttavia ognuno le gestisce in modo diverso.
Il cervello immaturo dei bambini fa si che l’emisfero destro (emotivo) comandi su tutto. Come risultato sono emotivi di natura per cui, tutto ciò che sentono lo sentono intensamente.
Per questo motivo ci sono delle regole che come genitore, abbiamo presente per dare sicurezza al bambino, come per esempio: dare una routine fissa per evitare che si senta insicuro e pianga.
Quando si parla della prima esperienza in acqua è importante avere questa condizione presente.
Il primo giorno di piscina può essere vissuto in maniera negativa perché il bambino non riesce a a trovare la sua sicurezza. Arriva e si trova con:
- un ambiente nuovo
- confusione (creata d’altri bambini)
- non conosce l’insegnante
- non capisce cosa sta sentendo
- non si sente indipendente
Quando il bambino si sente insicuro, si attiva il meccanismo di difesa.
Il suo cervello emotivo reagisce come sa: a traverso il pianto, il rifiuto o nel stare attaccato o vicino alla mamma.
La migliore maniera di aiutarlo
L’obbiettivo principale è quello di abbassare il livello di attivazione per cui dobbiamo fare piccoli passi verso l’acqua per farli vedere che in acqua ci si diverte.
Come fare?
Attraverso il gioco. Questo è l’unico mezzo che abbiamo per coinvolgere il bambino e farlo entrare in acqua. Il proposito è quello di creare un’emozione positiva per quanto riguarda l’acqua per poter eliminare quella negativa.
In questo caso, verbalizzare e portare questa emozione da un punto cognitivo non serve, il bambino che ancora non ha il suo cervello al 100% (emotivamente) sviluppato, non riesce a seguire le nostre spiegazioni per cui il gioco diventa sempre la migliore maniera di comunicare con lui.
Se vuoi iniziare un percorso con tuo figlio per superare questa paura, lascia i tuoi dati e ti contatteremo per darti ulteriori informazioni e fissare la sua prima prova!